L’alluvione di Firenze e il ruolo che ebbero le assicurazioni

Nei giorni  scorsi  si  è  giustamente   ricordato  il  cinquantenario  dell’alluvione  che  sommerse  Firenze  il  4  novembre  del  1966, con  ricchezza  di  foto  attestanti  la  gravità  dell’evento, insieme  con  articoli  rievocanti  gli  interventi  effettuati  e  gli  attori  degli  stessi , nonché  ricordi  di  testimoni   oculari  dei  fatti . A  queste  testimonianze  vorrei  aggiungerne  una, per  conoscenza  diretta , riguardante  il  rapporto  tra  l’alluvione  e  le  assicurazioni. All’epoca  la  garanzia  aggiuntiva  dei  danni  d’acqua , nelle  polizze  di  assicurazione  “incendio” , era  assai  poco  diffusa e  limitata  a  quella  ancor  oggi  presente  nelle  polizze  dei  fabbricati , cioè  all’acqua cosiddetta  “condotta” , proveniente  da  rotture  di  tubi  e  simili   per  cui  questi  danni  poterono  essere  solo   in  pochi  casi  indennizzati. Una  importante  eccezione  fu  quella  riguardante  due  importanti  case  editrici  fiorentine , “La  Nuova  Italia” , specialista  nella  stampa  dei  nostri  “Classici”, in  primo  luogo  “I  Promesi  Sposi”  del  Manzoni , e  la  “Marzocco” , specialista  invece  in  pubblicazione  d’arte, dedicate  alle  città  italiana , da  Roma  a  Firenze. Queste  due  società  avevano  stipulato con  la  Riunione  Adriatica  di  Sicurtà , la  RAS,  delle  polizze  “incendio”, garanzia  base, alla  quale, per  le  merci , cioè  i  volumi  in  magazzino ,  era  stata  aggiunta , come  garanzia  accessoria  una  clausola  abbastanza  generica  di  danni  d’acqua , senza  specifiche  riguardanti l’origine  dei  danni  stessi , e  quindi  non  limitata  alla  rottura  di tubi , come  sopra esposto . Perciò  l’evento   alluvionale , non  esplicitamente  escluso , fu  giustamente  e  correttamente  ritenuto  in  garanzia  ed  indennizzato , per  centinaia  di  milioni  ( pensiamo  all’epoca !), dopo  le  logiche  operazioni  di  perizia  per  l’esatta  valutazione  del  danno  sofferto. I libri furono  praticamente  resi  irrecuperabili  , in  quanto  si  trovavano  logicamente  accatastati  in  locali  seminterrati  ed  erano  impilati  quasi  fino  al  soffitto , per  cui , nel  caso  specifico  della  “Marzocco” , non  si  era  tenuta  una  sufficiente  distanza  tra  volumi  e  solaio , mai  pensando  a  quanto  sarebbe  avvenuto, cioè  l’accrescimento  della  carta , imbibitasi  d’acqua , in  maniera  tale  che , addirittura  era  riuscita  a sfondare , dal  basso  verso  l’alto , il pavimento  del  piano  superiore ,che   pure  era  in  cemento  armato , essendo  il  fabbricato  della  tipografia  di  costruzione  abbastanza  recente . E così  dopo  questo  evento  le  compagnie  di  assicurazione  studiarono  una  clausola  più  precisa  ed  articolata ,  per  la  copertura  di  questo  genere  di  eventi  per  fare  fronte  alle  richieste  sempre  più  pressanti  e  numerose  che  provenivano  da  industrie , depositi  commerciali  ed  anche  enti  territoriali  con  grandi  patrimoni  immobiliari, che  volevano  essere  garantiti  contro  i  rischi  dell’acqua , purtroppo  rivelatisi  molto  più  frequenti  di  quanto  pensassero  le  stesse  assicurazioni.

(ing. Domenico Giglio, vicedirettore Ras a.r.)

 PORTIERCASSA RIMBORSA LA MALATTIA DEL PORTIERE E OFFRE

  • Rimborso Spese Mediche
  • Contributo per Coniuge e/o Figlio diversamente abile
  • Contributo Iscrizione1° Anno Università
  • Contributo Conseguimento Diploma Scuola Media Superiore
  • Contributo decesso del portiere
  • Contributo Nascita Figlio

 

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